Oltre a fornire alle persone in forte difficoltà economica la possibilità di sopravvivenza con un provvedimento assistenziale, uno dei capisaldi originali del Reddito di Cittadinanza consiste nella possibilità concreta di trovare un lavoro da parte di chi è nelle condizioni di poter lavorare ma non trova occupazione. I Centri per l’Impiego chiaramente non funzionano e sono poche le persone avviate al lavoro da questi. Cosa succede?
Politiche attive del Lavoro
Quando è stata approvata la legge che istituiva il Reddito di Cittadinanza, parallelamente al provvedimento economico a favore dei percettori aventi diritto, è stato determinato che i Centri per l’Impiego, attraverso l’opera dei Navigator, proponesse ai percettori stessi tre proposte di lavoro.
Già in origine in molti tra gli schieramenti politici erano critici su questo, ritenendo che era irrealistico che per ciascuna persona si potessero proporre ben tre lavori e in effetti così è stato. Sono davvero poche le persone che hanno trovato lavoro attraverso l’opera dei Navigator.
Facendo il punto della situazione al momento attuale, si dimostra come tante persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, realmente lavorano parallelamente in nero, incrementando di fatto il reddito famigliare ma in modo sommerso e illecito.
Le norme di funzionamento del reddito, infatti, prevedono la revoca del beneficio a fronte di lavoro nero ma i controlli sono troppo scarsi e anche persone che in TV hanno dichiarato di percepire il Reddito ma anche lavorando in nero, non hanno avuto alcuna conseguenza.
Lasciamo da parte i casi in cui molti hanno messo in atto comportamenti illeciti per i quali hanno di fatto truffato lo Stato per diversi milioni di Euro percependo un Reddito che in realtà non spettava, le norme del Reddito di Cittadinanza senza i controlli capillari previsti dalla legge hanno costituito un incentivo al lavoro nero e un disincentivo al lavoro regolare e questo certo non va bene.
Le proposte di lavoro
Non vogliamo nemmeno considerare gli imprenditori poco onesti che propongono lavori con orari ben diversi da quanto previsti dal contratto e con retribuzioni definibili certamente da sfruttamento delle persone.
Costoro dovrebbero certamente essere perseguiti e puniti per il loro comportamento ma esistono moltissimi imprenditori, la maggior parte, che propongono lavori seri, con il rispetto delle norme contrattuali e con retribuzioni dignitose o anche di più, eppure segnalano di avere problemi organizzativi per la difficoltà di trovare lavoratori.
La segnalazione preoccupante è che tanti aspiranti lavoratori o non sono disposti a lavorare nel fine settimana o chiedono di lavorare in nero per non perdere il Reddito di Cittadinanza, sommando il reddito al percepimento di uno stipendio in nero.
Crediamo che questo non possa che definirsi un comportamento poco onesto anche da parte del potenziale lavoratore, in contrasto con quanto previsto dalla legge del Reddito di Cittadinanza e dalle norme di legge più in generale.
Vogliamo, però, andare oltre a questo con una riflessione. Nei vari dibattiti anche in TV, questo problema viene messo in luce, addossando la colpa a chi si rende responsabile di queste posizioni illecite.
Occorre andare oltre e chiedersi se tutte queste persone, per la maggior parte giovani, non abbiano un motivo valido, reale per assumere queste decisioni. Consideriamo che il Reddito viene concesso al nucleo famigliare, non ai singoli componenti la famiglia.
Se viene erogato il Reddito di Cittadinanza è perché la famiglia è comprovatamente nello stato di bisogno. Se il giovane accetta il lavoro, la famiglia perde il Reddito di Cittadinanza. Ciò significa che il giovane assume su di se di dare lo stipendio in casa per la sopravvivenza della famiglia, nulla può tenere per se se non briciole.
A fronte di questo il giovane non può pensare ad una vita sua, autonoma nemmeno lavorando. Questo porta alla tendenza ad accettare o ricercare un lavoro in nero. Certo non è giusto ma bisogna anche comprendere le motivazioni di un fenomeno negativo che ha anche delle basi pratiche, di questo nei dibattiti non ho mai sentito parlare.